di Antonio de Lieto Vollaro

Inno al Signore

Con la tua luce m’illuminasti

la retta via,

con il tuo amor

 scaldasti il mio cuore,

con la forza della fede

rigenerasti la mia anima.

 Signore,

con il perdono, mi salvasti dai peccati.

Incontrandoti……

Incontrandoti,

nel corso della mia vita,
ho raccolto dal tuo viso,
l’amore del tuo sorriso.

Incontrandoti,

nel giardino del nostro amore,
ti donai la rosa più bella,
il fiore più profumato.
Tu in cambio,
mi donasti il tuo animo,
di delicato ardore.

Realtà di sabbia

Tracce di noi

su bagnata sabbia,

Estate che viene, estate che va,

noi per fortuna, restiamo realtà.

Ombre di noi,

da piccole onde rinfrescate,

granelli di sabbia  sono del nostro amore,

ignoti custodi.

Battigia dal sole asciugata, lavagna ormai cancellata.

Profonde illusioni da conchiglie custodite,

all’orecchio ti cantano lontane melodie.

dal mare accarezzate.

L’amore, spiegato dal cuore

L’amore, questo grande sconosciuto,
a domanda posta,
risposta mai ricevuta.

L’amore questo astratto sentimento,
portatore di felicità e tormento.

Lacrime sul viso,
di gioia,
è amore.

Il vagito di un bimbo,
espressione di vita,
è amore di Dio.

Si nasce da un atto d’amore,
per un atto d’amore si muore.

Il cuore è la sua dimora,
in esso non conosce ora.

Arriva senza preavviso,
t’illumini nel viso,
ti commuovi al suo sorriso.

Il cuore
è l’unico custode,
geloso dei segreti,
dell’eterno amore.

Il nostro giovine eterno amore

Rigagnoli d’intrecciati ricordi,

vedo scender giù

da tortuosa mente,

piena d’ incavi e profondi solchi,
di noi,

testimoni d’antica giovinezza.
Rude tempo in celata maschera,

ci truffava pian piano,
d’incantati momenti e roventi passioni.
I solchi ora esterni,

rendono dei nostri visi,

verità intrise.
L’amore in noi,

continua giovane ed eterno,
ruga non sia del tempo,

che testimone della tua bellezza

viva,
oggi la ragazza eterna mia,

l’album del nostro amore.

Color rosso sangue

Di tanti disegni, ornate erano le classi,
di tanti colori e figure, create da tenere mani.

Primi momenti d’intensa allegria, di gioiosi incontri,
condividevano un nuovo anno appena iniziato,
subito, da demoni feroci, col sangue straziato.

Oscure ombre, d’inaudita ferocia  sono entrati,

la serenità dai loro volti,

hanno per sempre cancellato.
Quei disegni di rosso hanno imbrattato,
e segni di sgomento e terrore,
a terra lasciato, un lago di sangue,

d’ amore prosciugato.

Un color rosso sangue più via da li non andrà,
segno di crudele malvagità,

un rudere per chi a pregare, vorrà restare.


Ricordi mischiati ad altri orrori,
a noi tutti, ne resteranno pieni i cuori.
Quanti  piccoli angeli  piangere ancora dovremo?
Dio, sia fatta la tua volontà, perdonaci se non riusciamo a dimenticare.

Perdonali tu per noi perchè ancora una volta, non sanno quello che hanno compiuto.

Amor riflesso

Smarrito del tuo pensiero,

desto si, del tuo sguardo sono,
degno vorrei del tuo amore essere,

in me svanisce però,

la tua immagine.
Donna dei miei pensieri,

donna dei reconditi desideri,

da me lontano tengo.
Del tuo futuro, non vorrei farne parte,

se non posso, oggi della tua vita.
T’amo in silenzio,

seppur da te, in eterno rifuggito.

Writing hand outline

Il tempo

Oh tempo, infinito,

dei nostri amori,

perchè ti lusinghi,

comodamente,

con pene e tormenti?

E delle gioie e passioni,

perché ne sei testimone,

solo per brevi momenti?

Oh tempo, al tuo passaggio,

non v’é più cicatrice,

che non sia guarita,

qual di natura sia,

di cuore, fisica,

o dell’anima mia.

Spesso boia crudele,

veloce fuggi,

e in pochi istanti,

tieni la morte e la vita,

vicini e distanti.

 

Teneri ricordi

Un raggio di sole, su vellutata pelle,
rendea dorate le tue tenere braccia,
a due farfalle, facean da culla,
tanto era il tuo profumo di bambina,
da cui eran attratte,

Tra le tue rosee guance,

una fragolina a forma di labbra,
tra le mie braccia,

stretto ti tenevo,

a me adagiata sorridente,
felicità di padre,

nutrivi costante.

Crescevi ed il tempo passava,
i tuoi capelli biondi come l’oro del grano,
liberi sulla tua spalla,

mossi dal vento,

splendean.
Cosi ti ricordo,

come t’amai,

dal primo istante della tua vita.
In braccio più non stai,

cresciuta velocemente sei,

troppo velocemente,
perché possa rincorrerti,

con la mia mente.

Pulcino mio, dove sei,
così sembrano udir ancora

le orecchie ed il cuore,
quando il gioco insieme,
ancora ci teneva,
ed  intanto il tempo,

ci rapiva le ore più belle,
quelle della spensieratezza a te,
e della giovinezza a me.

Il tuo papà (dedicato alla mia primogenita)

Ansia d’amore

Accorri da me, oh mia diletta,
se d’animo smarrita giù ti trovi,
se il cuor tuo nessun gentil pensiero s’aspetta.

Il mio di te, in eterna attesa resta,
vieni amor mio,

lui ne farà un giorno di festa.

Quando vuoi,
le tue mani tra le mie,

gioioso le accoglierò,
il mio sguardo nel tuo,

teneramente adagerò,
come un secchio nel pozzo,

che alla luce del sole, l’acqua risale,
cosi, nel tuo profondo,

ripescherò l’amor di vita perduta.

Non esitar a venir da me,
anch’io stringerti ti voglio,
soffiarti dentro in un bacio profondo,
il respiro del nostro amore.

Nutrimento e sollievo,
come rosa appassita,
giuste cure e sostegno,

dal mio amore riceverà,
sì forte ed eterno,
in ugual sentimento
di Giulietta e Romeo.

Diversamente simile

 

Teoria, da tutti

non condivisa,

da molti consentita.

Allo stadio,  per le strade,

a scuola e in ufficio

indignati contestiamo

discriminazioni sui

nostri diversamente

simili.

Involontari eredi

di crimini commessi,

oggi come ieri,

agli occhi dei nostri padri,

osservare dobbiamo,

per leggervi dentro,

la vergogna di

un’intera umanità.

Dio c’insegnò l’amore

e  fratellanza,

ma non capimmo

che tra i popoli,

intendeva

uguaglianza.

Dio creò l’arcobaleno,

per diversificare i colori

di madre natura.

L’uomo lo creò

di sua immagine e

somiglianza,

accomodandolo

per ogni circostanza.

Per ogni nazione,

dall’uomo venne amato,

mal col sangue e violenza,

con più nomi

viene inneggiato.

Orsù smettiamola,

siamo tutti figli suoi:

rossi, neri,

gialli o bianchi,

sani o storpi,

etero o gay

ebreo o musulmano,

prendiamoci per mano.

A te, che con più nomi,

tutti ti preghiamo,

assolvici O Signore,

dei nostri peccati,

che diversi e simili

tra loro siamo.

Perché io

Dedicata a tutti i bambini, la cui vita è stata stravolta, senza aver potuto spiegargli un perchè!
Un raggio di sole, illuminava ogni giorno la mia vita,

poi uno schianto, sangue e tante grida,

una svolta al mio destino, d’improvviso.

Papà, mamma, le vostri voci non sento più.
Ricordo stretta la tua mano nella mia,

alla mattina, con zaino e merenda,

allegramente a scuola, io andavo.

Perché mamma, più ora non vado?

La domenica felici con la bici nel parco,

ci divertivamo insieme nell’erba rotolando,

altri bambini felici,

per mano mi prendevano,

allegramente cantando.

Perché mamma, non rispondi e sul tuo volto vedo il pianto?

La primavera, risveglia i sogni di tanti,

il sole li scalda pian piano,

mamma, ti prego,

non lasciarmi la mano.

Papa, mamma, perché dagli altri, io ora sono diverso?
Tu sei buono, amore mio,

l’angelo tuo custode,

la vita ti ha salvato.

Alla morte, ti ha strappato,

a mamma e papà,

ha ridonato.

E’ a te, che la felicità per sempre,

hanno rubato.

calamaio

Cos’è per me

Tenerezza

vedere due bambini,
mano nella mano,

si scambiano i primi bacini.

Commozione

vedere un nonno col suo nipotino giocare,
e nei suoi occhi, intravedere lacrime d’amore,
consapevole per quanto poco tempo…ancora,
ascolterà, sopra una panchina, le sue storie.

Umilta’

nel chiedere perdono a Dio,

partecipi di tanta indifferenza nel mondo
per strada, tra la gente, tra i nostri cuori.
Sofferenza e dolore,

perdita di persone care,
atrocità continue, su bambini e innocenti,
cosa saremo mai ancora,

il 2000 e’ gia arrivato, niente e’ cambiato.

L’amore

indescrivibile sentimento,

che ti esplode dentro,

niente lo trattiene,
lo vuoi gridare al mondo intero,
o delicatamente invece lo soffochi,
chiuso dentro il tuo cuore

getti la chiave e ami in silenzio.

 

Tu dentro me

Vorrei essere mare,
perchè tu possa tuffarti dentro di me,
rinfrescarti e sentirti mia,
avvolgendoti in ogni parte del corpo.
Vorrei essere calore, per riscaldarti,
tenerti avvolta e sentire la tua pelle,
asciugarsi lentamente,
trattenendomi dentro di te.
Vorrei essere aria, per vivere dentro te,
vorrei essere tutto, pur di amarti sempre.

Eco d’amore

Suono di mare in sottofondo,
amore mio, amore profondo,
prati fioriti, grida di bambini,

innamorati noi.

Al vento insieme ci gridiamo: amore ti amo.
Lasciarci mai, amarci sempre dobbiamo,
io il re, tu la mia regina,
in un regno tutto nostro
con la forza d’amore e di passione,
superare ogni avversione.
Dolce amore mio,

quanti regali tu mi fai,
nessuna piu’ mi rapira’,

dentro di te
mi custodirai.

Via mai non volerò,
sulle tue labbra il mio amore ti donerò.

Senza te

Senza te

immaginare un momento della mia vita,

senza te,
e’ come un fiore,

senza profumo ne colore.

Un cielo vuoto,
senza nuvole, ne sole,
vuoto,

privo di stormi di passeri in volo.

Uno stagno senza rane, ne pesci,
alberi con secchi rami, senza foglie e nidi.

Mi manchi quando non ti sento,
mi manca il suono della tua voce,
mi mancano le tue dolce parole,

piene d’amore.

Il mio cuore del tuo amore, ora è vuoto,
pieno solo del tuo pensiero,
di ricordi delle cose belle,
che solo tu sapevi dirmi.

Il mio cuore aspetta te,
come un cucciolo che guaisce dietro la porta,
in attesa delle tue coccole.

Tutto questo e’ il tempo senza te,
quando non ti sento dentro me.

Giuseppe, Festa di tutti i papà!

Poesia dedicata a tutti i papà, presenti e non:
Papà, con amore mi volesti accanto alla tua vita.

Papà, con amore hai fatto di me un uomo.

Papà, con saggezza mi hai indicato il giusto cammino della vita.

Papà, con una lacrima d’emozione, hai condiviso i miei primi successi.
Papà, fammi sentire il tuo amore, sempre, non lasciarmi mai solo.

Papà, oggi è S. Giuseppe  ma ieri oggi e domani, è stata e sarà sempre la tua festa, come tu festeggi sempre la mia presenza accanto a te.

Auguri Papà, io ti dico sempre: ti voglio bene!Tu rispondi sempre:

Ti amo!

Mamma Primavera

Su rinverditi rami, primi bianchi germogli,
accarezzati dai raggi del sole.

Floreali cuccioli, accolti alla vita,
da premurosa mamma natura.

Pian piano con delicata mano, l’aiutò a sbocciare.
Il mandorlo si vesti d’abito bianco.

Mamma natura glielo regalò,
e d’allora l’accoglie in festa,
candido, al suo ritorno.

L’inverno è passato, si ritorna al presente.
Dal letargo, orsù, si esce, sembra dire.

Mamma primavera di verde ha disteso,
la sua tovaglia ricamata di profumati fiori.

Il cielo pennellato di rosa e blu,

ornato da voli di rondini,
e tutt’intorno si riempie d’amore.


Tutto

Tutto di te, dentro me,
tutto di te, immutato ho.
Evaporato è il tuo amore,
stretto dentro di me,

lo credevo.
Tutto di me,

ti sei presa,
tutto di me,

hai voluto.
Indietro sei tornata,
uno sguardo solo,

mi hai lasciato.
Con te, il mio amore
per sempre,

ti sei portata.

Estate in poesia

In alto, è attratto il mio sguardo,
dal blu del cielo,

ornato da naturali voli.
Abbasso gli occhi,

e resto incantato,
specchiato nell’azzurro del mare,
distinto  da solari riflessi.
Nessuno intorno,

solo la dolce poesia della natura,
dolcemente miscelato.
tra  canto dei gabbiani

e ritmo del mare.
Onde dolcemente sulla battigia srotolate,
magico istante,

prima del susseguirsi di frenetiche ore.
Altri istanti, altra poesia,

quel che recitò l’aurora,

che m’accolse al di.
Pian piano, come attrice di prosa,
sparisce dietro il sipario,

all’accendersi di lucenti raggi,

ed annunciano l’ingresso

del mitico sole.
I suoi raggi, già roventi e tremanti sul mare,
come luci della ribalta,

accolgono sulla nuda spiaggia,
i primi vocii di bambini felici,

grida di gente affannata,
colorando la sabbia,

d’ombrelloni, sdraio e palloni.
Una poesia diversa dall’altra,

ogni estate giunge puntuale,
sembrano a noi uguali,

ogni rima ne fa’ una diversa.
E’ lo specchio della vita,

che ne risalta la differenza,

leggendoci dentro.

Donna mia

Da una costola, la più vicina al cuore,

Dio, prese di me, la più tenera,

la più femminile, dolce,

non per questo meno forte,

robusta e resistente,

la più calda, piena d’amore,

in quanto stretta

al cuore.

Amata creatura,

donna mia tu sei,

paziente mio angelo custode,

spugna mia, di conflitti interiori,

custode dei segreti più reconditi

di figli e mariti,

amanti e fratelli,

paziente, perdoni,

su di te, ogni gratuita

inaudita violenza,

seppur nulla hai fatto per meritarla,

invece d’amor e carezze,

sempre vittima,

perso hai continuamente

sangue tuo innocente,

con solo atto d’amore,

spesso rubato, a volte donato,

generasti  l’umanità, e

gelosa tenesti

dentro te

l’intero suo,

amore,

che Dio t’affidò.

Quindi è vero, che in ogni uomo,

come da costola donata,

viveva già una donna,

ahimè di lui,

prese pure la parte peggiore,

crudeltà, malvagità,

prepotenza, arroganza,

e malizia,

Dio mi mise alla prova,

lasciò satana

tentarmi, da te

travestito,

ciò che Dio mi vietò

simbolo di potere,

denaro e lussuria,

tutto per una mela,

una generazione rovinai,

a te tutta la colpa

addossai,

e violenza fu,

unica dentro rimastami,

su di te,

d’allora

io riversai.

L’amore e’ uscito

L’amore è uscito

Vai se vuoi, cosa aspetti,

sei rimasta solo tu,

l’amore è già uscito,

da li, dove tu dicesti sempre,

che se potevi, già saresti andata via.

L’amore ha vissuto qui?

ma quale amore, non il nostro

quello familiare si, quello

da me trattenuto,

invano e rimasto è,

perché da me,

fortemente auspicato,

da te, donna da me

infelice resa,

invece ignorato, cosa

per noi, ho sempre lottato

e lavorato.

Oggi, io, con occhi lucidi,

consapevole di nostra fine,

dubito, si che il nostro

amore,

abbia, con noi,

convissuto, e

ormai, da quella porta

è già uscito, da molto tempo .

Surreale amor

Surreale amor

Cuor che tremi,

cuor che trepidi,

cuor che gioisci,

cuor che piangi,

se di lei, oggi,

non hai certezza.

Dei suoi ricordi,

vivi che del suo amore,

hai, vissuto, respirato,

nutrito e dissetato,

di tutto ciò,

ormai amareggiato

e rassegnato,

del suo amor, vedi

sparir tra nebbie surreali

come veliero fantasma,

e non più, per sempre,

ritornare.

La depressione

 

In groppa ai miei pensieri,

con ali spiegate al vento,

come unicorni bianchi alati,

vedo scorrer sotto di me,

il mostro della depressione.

E’ una corsa contro il tempo,

lo spazio della distanza,

senza capir mai, quale sia

la vera meta,

tra l’età, la vita e la morte,

un inseguirsi veloce,

con ansie e angosce.

Volano veloci, sopra tutto,

in mezzo alla nebbia della vita,

tutto offuscato ho,

vista, mente,

precipitano in picchiata,

per poi rialzarsi, su in alto,

nuovamente

tra luci e successi, amori

energiche emozioni, subito

dalla depressione divorati.

Solo il cuore mi guida,

come un faro,

tra ostacoli e monti,

se anch’esso m’abbandona,

per me sarà

fine certa.

Disperso come in bosco di sera,

inseguito da questo demone,

invisibile, dal nulla spunta

inspiegabilmente mi punta,

come bestia feroce,

s’appiatta mimetizzato,

pronto a scattar,

per far di me un sol boccone,

ne sento il suo alito,

ma non fa odor ne rumore,

eppur lo sento.

Accarezza il mio cuor,

i suoi destrieri,

li scuote

come abile nocchiero,

e in guizzo veloce,

schizzan  verso su,

e irradiato da luce,

riprende il comando,

sparisce il mostro

come d’incanto,

nelle sue tenebre lontane,

sento ritornar

in me

il sereno

e positività.

Ovunque noi

Ovunque noi

Spazi d’infiniti orizzonti,

di cieli stellati, di mari impetuosi,

di verdi colline e prati fioriti,

non bastano descrizioni,

per descrivere noi,

due esseri, comuni mortali,

in mezzo a tanto,

noi, il nostro presente,

vissuto e remoto.

Pieno, intenso, intriso di noi,

vissuto intensamente, allegramente,

platonicamente,

fisicamente.

Spudoratamente noi,

coi nostri dubbi,

certezze,  amarezze,

gioie,dolori,

E solo noi,

porteremo dentro,

ciò che è stato, quel che siamo

e che saremo,

Noi.

Trascendente sublimazione d’amore

 

In  rispettoso silenzio, di luogo di culto,

entrammo,  e ospiti le furono

nostre anime,

in maestoso Pantheon.

Una luce dall’alto,

della cupola, come da maestosa

divina protezione, percepimmo,

forza di luce universale.

Abbracciati noi, sotto di essa,

sentimmo la sua forza,

inoltrarci di immenso ebrio

sacrale, riscaldar  i nostri cuori,

fonderle  le nostre anime,

da immutato sentimento,

come se qualcuno, per noi

da tempo, avesse deciso,

e sentirsi  una rilassante sensazione

di benessere  ed inspiegabile

energia sublimale

di trascendente avvicinamento

ascendere in sublimale  amore

sentirsi in paradisiaca unione,

da energia universale

consacrata e uniti,

che va oltre qualsiasi  dimensione

d’unione  definita,

noi, liberi e leggeri

più dell’aria,  sostenuti

d’infinita amorosa

energia universale,

rientrammo , pian piano,

cabrando come  bianche colombe,

nei nostri corpi,

rimasti come statue abbracciati,

felici  d’aver toccato

un paradiso che nessuno

mai  ci toglierà,

che vivremo

con consapevole

nostro presente.

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