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Terza raccolta di Poesie

Amor di lacrima

Lacrima mai non sia,
per amor di ricordo remoto,
gioa si, del presente mio,
tu oggi, donarmela,
viverti intensamente,
sentirti accarezzar
Il volto mio, assaporare
sulle mie labbra,
la tua essenza
e scacciar da esse,
l’amaro sapore
del dolore,
che dell’amor
nulla aveva, se non
del sangue e violenza.

Copyright di Antonio de Lieto Vollaro.
dedicato al giorno contro la violenza,
che sia ogni giorno ricordato, non un solo ogni 365 giorni.

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libri

Silloge

Poesie d’amore

Realtà di sabbia
Tracce di noi
su bagnata sabbia,
Estate che viene, estate che va,
noi per fortuna, restiamo realtà.
Ombre di noi,
da piccole onde rinfrescate,
granelli di sabbia
sono del nostro amore,
ignoti custodi.
Battigia dal sole asciugata,
lavagna ormai cancellata.
Profonde illusioni da conchiglie custodite,
l’orecchio ti cantano lontane melodie.
dal mare accarezzate.


Il nostro giovine eterno amore.

Rigagnoli d’intrecciati ricordi,
vedo scender giù
da tortuosa mente,
piena d’ incavi e profondi solchi,
di noi,
testimoni d’antica giovinezza.
Rude tempo in celata maschera,
ci truffava pian piano,
d’incantati momenti e roventi passioni.
I solchi ora esterni,
rendono dei nostri visi,
verità intrise.
L’amore in noi, continua giovane ed eterno,
ruga non sia del tempo,
che testimone della tua bellezza viva,
oggi la ragazza eterna mia,
l’album del nostro amore.


Amor riflesso
Smarrito del tuo pensiero,
desto si, del tuo sguardo sono,
degno vorrei del tuo amore essere,
in me svanisce però,
la tua immagine.
Donna dei miei pensieri,
donna dei reconditi desideri,
da me, lontano tengo.
Del tuo futuro,
non vorrei farne parte,
se non posso,
oggi della tua vita.
T’amo in silenzio, seppur da te,
in eterno rifuggito.


Ansia d’amore

Accorri da me, oh mia diletta,
se d’animo smarrita giù ti trovi,
se il cuor tuo nessun gentil pensiero s’aspetta.
Il mio di te, in eterna attesa resta,
vieni amor mio,
lui ne farà un giorno di festa.
Quando vuoi,
le tue mani tra le mie,
gioioso le accoglierò,
il mio sguardo nel tuo,
teneramente adagerò,
come un secchio nel pozzo,
che alla luce del sole, l’acqua risale,
cosi, nel tuo profondo,
ripescherò l’amor di vita perduta.
Non esitar a venir da me,
anch’io stringerti ti voglio,
soffiarti dentro in un bacio profondo,
il respiro del nostro amore.
Nutrimento e sollievo,
come rosa appassita,
giuste cure e sostegno,
dal mio amore riceverà,
sì forte ed eterno,
in ugual sentimento
di Giulietta e Romeo.


Amore “Elisir di Vita”
Amor, che età non hai,
nel mio cuore, entri ed esci
in ogni momento.
Inganni e rincuori,
bambini o vecchi,
dei loro cuori,
distinzioni mai non fai.
Ti travesti,
ti nascondi,
ti neghi,
spesso ti doni ,
ma del tempo
non t’accorgi
dei visi
da lui
travisati .
Di te,
Cupido,
ne vai fiero,
le tue frecce
non arrecano morte,
bensì
vita nuova
e giovani emozioni,
solo da te rigenerata:
sentimenti,
passioni,
nei cuori, spenti
da tempo.
Atto devo darti,
senza di te,
stare non potrei.
Sei l’elisir
di lunga vita,
Donandomi,
ogni istante,
agli occhi miei,
la compagna mia,
giovane e bella come dal
primo giorno,
che l’ho amata.
Un istante, un attimo nel tempo.
Colori vivaci,
su sottili ali,
di farfalle,
da natura con maestria,
adagiati.
Come un battito d’ala,
li rende vivi,
un tuo sussurro,
d’amore,
parla di te,
al mio cuore.
Come un istante,
ci ha fatti amanti,
un attimo ci resi felici,
il tempo per sempre,
gioiosamente,
ci ha uniti.


Amandosi, si può

Intensi momenti,
parlano di noi,
felici o di liti,
per sempre
nostri restano.

Amandoci dal primo
istante,
Cresciuti insieme
siamo,
Amandoci,
Insieme
Invecchieremo,
nutrendoci,
del nostro amore
eterno.

Amandosi si può,
bruciare in un istante,
per il troppo amore,
anche la felicità.

Amandosi, si può
ancora credere,
che niente è perduto,
e chiedere scusa
per dirci sempre:
amore ti amo.


Noi
Ricordi di un tempo che fu,
profumi d’amori ritrovati
soffici pensieri in gocce,
conservati in cuor mio,gelosamente,
oggi l’annuso per pensarti,
amandoti ancora immensamente.
Tu da dietro m’accarezzi,
chiamandomi amore.
Un tempo che fu
ritorna prepotentemente,
presente dentro di me,
vedendoti improvvisamente,
nella mia vita.


Ritrovati…
Affannosi sguardi, smarriti
da incredibile destino, separati,
senza un perché,
nel grande giardino dell’amore.
Un amore immenso, ci legò,
per tanto tempo, prima
d’addormentarci insieme, e perderci
nei lunghi viali dell’universo.
Noi, due gocce di respiro, affannosi,
per il tanto amore ,
dato e ricevuto.
Un amore cosi immenso,
non poteva finire,
nell’universo disperso.
Amor mio, come ti amo,
felice sono, che DIO,
ha ascoltato le nostre preghiere,
fatte di vero amore.
I nostri angeli c’inviò,
per prenderci per mano,
sposandoci per sempre.
Ritrovati, noi ,
legati oggi,
da un amore più intenso
e indissolubile,
uniti insieme, passeggiamo,
felici, lungo i viali
del grande giardino
dell’amore.


I nostri momenti.

Gocce di pioggia,
i nostri volti,
bagnano,
e noi,
mano nella mano,
l’un l’altro ci guardiamo,
mentre, incuranti,
ci amiamo.
Passeggiamo,
tra viali di pioppi
e betulle, un solo odore
di pino, sotto il quale
ci riparammo,
ridendo felici.
Semplici,
ma sono solo nostri,
momenti d’amore,
momenti di nostra
serenità.


Nel tuo amore perduto

Oh invadimi con la tua bocca bruciante,
indagami, se vuoi , con i tuoi occhi notturni,
ma lasciami nel tuo nome,
navigare e dormire.
Amore, quante strade per giungere ad un bacio,
che solitudine errante,
fino alla tua compagnia.
Ma tu ed io, amor mio, siamo uniti,
Uniti dai vestiti alle radici,
uniti d’autunno, d’acqua, di fianchi,
fino ad essere solo tu sol io ,uniti.
Tu ed io dovevamo semplicemente amarci.
Mentre il crudele amore m’assediava,
senza tregua,
finchè lacerandomi con spade e con spine,
aprì nel mio cuore,
una strada bruciante.
Quella volta fu come non mai e come sempre,
andiamo li dove nulla v’è che attenda,
e troviamo tutto ciò che sta attendendo.
Forse tu non sapevi, amor mio,
che quando prima d’amarti,
mi dimenticai dei tuoi baci,
il mio cuore restò ricordando la tua bocca,
e andai come un ferito per le strade,
finchè compresi che avevo trovato,
nel territorio
baci e l’amore.


Sublimazione dell’amore
Cuor, che amor non sa
e che in se
invece tiene,
sublima nel sangue
la sua corsa.
Amor che montagne
sposta e
mari ribolle,
nuvoli e cieli
più d’impetuosi venti,
spazza via,
sublima i petti
d’ardore
di tutti i popoli,
in difesa di natie
radici.
In prima cuna,
di ventre caldo,
si sublima
in se, chiamandosi
natura madre.
Sublimazione
in apice ha,
d’innamorati
a sacrifici
chiama,
per ricongiungerli
in meritato
eterno amore.


Innamorarsi di lei
come navigare a vele spiegate,
sentire la brezza del suo amore
inebriarmi per tutto il corpo,
mente e cuore,
vivere delle sue emozioni,
come schizzi fuori dalla realtà,
esposto dalla barca della vita,
appeso solo dai pensieri,
all’albero maestro,
di una realtà, senza razionalità,
bagnato della mia follia,
felice di solcare i mari dell’amore.
Ma l’amore è come il mare,
passa in fretta,
dalla calma alla tempesta,
travolto sono,
da onde razionali,
come raffiche pungenti,
mi schiaffeggiano prepotenti,
svegliandomi, in una realtà,
che sogno non è,
felice d’averlo vissuto,
con chi, del suo vero volto,
non saprò mai,
aver realmente
conosciuto.


Può…
Può
amor che fu, impetuoso
nobile, ricco di passione
nutrito dall’amor tuo,
in solari giorni,
di stenti perire
in miseri momenti?
Può,
come il sole,
venire oscurato
da minacciose
nubi,
un amor
che certo si diceva
caldo come lava,
venir raffreddato
con fredde
parole
e gelidi pensieri?
Può
risalir da fondi oscuri,
nuovamente,
un amor che brillò
di luce propria,
e ridare senso
ad un cuor
più senza vita?
Può
Si, che può,
un amor, come lava incandescente,
riscaldato si, due cuori,
due anime,
illuminato da ore intense,
può, come la fenice
emergere dalle sue ceneri,
da un bracierino,
rinfuocar in vita
un amor che mai perso
fu, in virtude
di un lavico
infinito amor.


Ti amo dir vorrei.
Ti amo dir
vorrei,
ma non
da te, venir illuso,
come naufrago
in balia di un amor
tempestoso,
da ingannevole
miraggio.
Dantesco
mio amore,
travagliato,
lieto sia
se di te,
v’è certezza.
Amor si voglia,
in languide parole,
pasciare vuole,
coccolato,
nel tuo vero
sentimento.
Fine non abbia,
parola cosi intensa
come dire ti amo,
su ogni labbra,
che la sussurra,
perchè poesia,
mai non vi sia
di cosi breve
e vera realtà.


Tu
Versi di poesia, dipinti su
preziosa tela
i tuoi occhi, melodiche note,
le tue labbra, fanno da cornice
a irradianti perle
bianche e donar,
a chi ti sta dinnanzi
luminare sorriso.


Tu, sei la mia poesia

Istanti, che ci tengono
spesso distanti,
in mente mia
riaffiora
la tua immagine,
come miraggio,
in astinenza di te,
il mio cuore
dimenticarti
non ha coraggio.
Versi inutili,
scritti per te,
gridano per riaverti.
Di te parlano,
mentre li scrivo,
alla mia anima,
e nel rileggerli,
come acido, l’inchiostro
in essa penetra,
procurandomi
solo dolore e sofferenza.
In te, avevo riposto,
amore e ispirazione,
che più non trovo,
istanti ormai svaniti,
su bianchi fogli,
solo da lacrime
inumiditi.


Nostalgia
vorrei provare,
di ricordi non vissuti,
di una poesia,
creata per me,
dai versi
dolci e belli,
dall’inizio a fine
in modo sublime.
tu.


Sussurri di pensieri
Il silenzio m’avvolge,
vibrazioni d’emozioni,
m’accarezzano,
sussurandomi
di te.
Sguardo lontano,
mi spinge
prendendo il mio
cuore,
per mano.
Un pensiero,
vola radente,
dorato dal sole,
si ferma e sussurra:
t’amo anch’io
amore mio.
Tutti i giorni
Giorno non sia,
di te,
pensiero quotidiano,
viverti è emozione,
amor non sarà,
se non per mia volontà,
per trepidazione,
cessare.

Tutti i giorni
intrisi di te,
come spugna,
col pensiero,
strizzarlo, ed
assaporarti pian piano,
stringendo di te,
ogni pensiero,
ogni istante,
ogni ricordo,
di noi.
Se amar non è vergogna
L’amor, che età non ha
fin dai tempi,
d’infuocati origini,
grezzi e duri
animi e cori,
costanti
si tenevan distanti,
vergogna non avevan
però d’amar compagne
e figli.
Ancor oggi,
con tenerezza,
scioglie cuori,
‘ideali innalza,
e morti benedice,
Amar non v’e vergogna,
quale peggior sentimento,
se d’odiar non s’avè pentimento,
che d’orgoglio, tutti rende duri,
gemello nero, di sorella
fierezza, che rende omaggio,
a chi si fa coraggio.
Amar, a volte è tradimento,
altre è passione,
maschi o femmine,
non v’è distinzione,
l’importante è amarsi,
con sincero affetto,
e dell’altro aver rispetto.
Nostalgia.
Ricordi appannati,
mi riportano a te,
dolce creatura
dal ridente sorriso,
rintocchi di campane,
sembrano risvegliare,
il cucù appeso al muro,
e magoni in gola,
con forza ringoiati.
Prime gocce di pioggia,
battenti sui vetri
con forza,
la stessa,
che a te
mi riporta,
bagnandomi
di te, con violenza
come finestra aperta
da nostalgico vento.
Raggi di un sole,
timido tra rosee nuvole,
sbattono sulla stessa
finestra, oramai asciugata,
dal calore di un nuovo amore.
Di qual amor è,
il cuor mio,
si è da tempo
riempito?
Un amore nostalgico
o d’invisibile sensazione,
di non averti mai persa.
Domande, come schiaffi,
violentano il cuor,
costretto viver cosi,
sempre di
di nostalgico
amor sfuggente.


Internamente
Istanti veloci, e lenti momenti,
fanno del nostro amore,
una giostra, che gira,
gioiosa,
internamente.
Si muove,
spesso a tratti,
a volte veloce,
serenamente,
e tu ne sei sopra
spesso giocando,
divertendoti
con i miei sentimenti,
senza pensare,
che si possa
da un momento all’altro
fermare.
Un meccanismo, dall’amore
ben oliato, da focosi
momenti, anche d’innocenti scherzi,
caricato
di una corda,
che se si forza,
rompe la molla, difficile
d’aggiustare, non impossibile
che non riprenda a funzionare.
Internamente, amore mio,
tu sei, l’energia,
che mi tiene in vita,
non troppo stressare
il mio cuore,
se tu pensi che per te,
io sia per sempre,
l’uomo d’amare.
Sono certo di…
Sono certo, che i nostri sogni,
come radici, intrecciati,
di rampicanti piante , mai sazie,
di gioie e grazie,
come io di te e tu di me,
e un fine amore,
senza fine.
Sono certo,
che del viver senza,
non da certezza,
con un presente
non del tutto indifferente,
di un amore,
in noi,
ancora esistente,
viverci, come desideriamo,
potrà donarci mai,
un futuro,
di non egual destino,
da noi creato,
per dirci
con un bacio
ad ogni risveglio:
amore ti amo.


Infinito
Respiro, ansimo,
non mi biasimo d’infinito,
perchè voglio subito,
un amore definito,
pulito,e non rifugito,
ricoperto di uno strato,
che sa solo di noi.
Infinito sia, tu che ardi,
in un cuor, bagnato
di rugiado amore,
che scaldato
da timido sole,
come tenero germoglio,
risorge con esso
in un nuovo giorno.
Infinito amore,
non sia però,
un nuovo tramonto,
perchè, finita
sarà pure la mia vita,
senza te.


Paura d’amare
Amare, non è
come nuotare,
lasciarsi andare
tra i flutti del mare,
ed aver paura
d’annegare.
Amare, è
volare, sentirsi
liberi ali,
tra nuvole,
trasportati dai venti,
colti d’improvvise
passioni, e volteggiamo
impazziti,
in turbini amorosi,
senza mai curarci,
che dardi di delusioni,
possono colpirci
e precipitare
in letali depressioni.
Paura d’amare,
prigione della libertà,
e vivere nostre
emozioni,
incatenate d’inutili
e inesistenti pregiudizi,
per starci poi male.
Amare, non è
una scritta su sabbia,
per venire poi
dalle onde del mare
trasportata lontana,
dissolta per sempre,
lasciando l’arida parola
asciugata dal sole
la paura nel cuore.
Paura d’amare,
cattura anima, cuore
e ragione,
due su tre,
su di essa,
avran vittoria,
perchè l’una,
della libertà ha la chiave,
l’altro la determinazione
di un forte amore.


Come ciliegie.
Uno, poi un altro, e poi ancora,
ti prego, non mi privar dei tuoi baci,
come ciliegie, assaporo pian piano
le tue labbra, le gusto, sentendole mie.
i tuoi baci, a volte
caldi, come caldarroste,
piccanti come peperoncini,
salati crachers al pomodoro,
morbidi, come panna,
altri, freschi come menta piperita
liquorosi, come cognac d’annata.
Come cigliegie una dopo l’altra,
fruscianti, rumorosi,
la tua lingua festante e danzante,
con la mia, insieme struscianti,
un turbine di passione,
li accomuna, senza più
voler smettere,
ci sazia e nuovamente ci
appetisce.


Hei piccola ciao (testo di canzone rap)
Ehi
piccola, ciao.
Batte forte il cuore,
da far tanto rumore,
ascoltalo bene,
non è rumore,
ma il suono del mio amore.
Hei piccola ciao,
più ti guardo,
e più m’innamoro,
di te,
voglio viverti
ogni istante
intensamente,
anche se poi
devo usare un idrante,
per spegnere questo
amore,
che per me
è diventato incessante.
Io non ho mai bevuto,
ne di droghe, mai fatto uso,
però tu sei per me,
la droga, felice, d’aver
almeno una volta nella vita,
consumato, perché di te
fortemente innamorato.
Ehi piccola miaa,
ciao,
non voglio da te
più andar via,
promettimi però,
che potrò di te
colmare il solco
creato nel mio cuore,
spazzato via,
da un amore,
che non era il nostro,
sicuramente un mostro,
perché ci ha divisi,
prima di sentirci uniti.
Hei piccola ciao,
non mi lasciare
ti posso spiegare,
se ti fai parlare,
a volte accade,
che per te impazzisco,
perché sei la mia musa,
e sentire il tuo respiro,
entrare nel mio io,
e con te sentirmi
come un Dio.
Ehi, piccola, ciao
senza di te,
il mio cuore si è raffreddato,
per essere scaldato,
vuole che torni
per far passare,
questa maledetta nostalgia
mi manchi, piccola mia,
sono l’uomo che ogni donna,
ha da sempre sognato,
insieme costruiremo,
con quel che abbiamo,
un grande amore,
nel nostro cuore.
Spruzzi d’infinito
Trascorsi d’istanti,
come spruzzi d’idranti,
annaffio di te,
la mia esistenza,
con infinita pazienza,
tenendo calda
la mia vita.
Spruzzi infiniti
colpiscono la mia anima,
abbeverandola d’affetto,
allegria, e ogni di te,
inumidendo di me,
cuore, mente, occhi,
pelle, carne,
come foglie,bagnate di rugiada,
fresca di nuovo giorno.
Spruzzi, come gocce di gelida acqua,
tonificano le mie emozioni,
e il tuo pensiero, come abile
massaggiatore, rende tutto,
lieto e rilassante, non per questo
meno stimolante, aiutandomi
a vivere il nostro
infinito spruzzo
d’amore presente.


TVB
Ti Voglio Bene,
dolcissima frase,
da tutti pronunciata,
da pochi recepita,
da tanti non compresa,
nel suo più intenso significato.
Ti voglio Bene,
auguro a te, tutto il bene
possibile.
E’ un sentimento provato,
di amore diverso, non meno intenso,
dal dire “Ti amo”.
Una forte emozione, generata dal cuore,
e detta col cuore, mirata ad altro cuore.
TVB, significa pure,
se stai bene tu,
sto bene anch’io,
e il mio cuore gioisce
col tuo.
TVB, è una frase
di forza interiore,
infinitamente positiva,
da voler dire a tutti,
e che tutti vorremmo
sentircelo dire.
Ti Voglio Bene,
è un abbraccio fatto di parole,
ma cosi forte,
da penetrarti il cuore,
senza dolore,
che senti solo,
se nessuno ti dice
con vero amore
Ti Voglio Bene..


Irresistibile amore
Come giovine amur, che in cor mio
vivi, in trepidante attesa,
ancor d’adolescenza eterna
esistenza, per lei, tremi,
ogni e come prima volta,
al suo sguardo
di verdi gioielli, innamorato,
ti sciogli per lei,
tuffandoti, in esso,
perdendoti felicemente,
in sua anima e cuor,
come tenero passero,
da freddoloso esterno,
in suo amor trovi riparo.
Oh irresistibile amore,
che emozione, sentir
la tua pelle, il battito del tuo cuore,
nella tua mano, stretta nella mia
viverti, anche solo passeggiando,
come due luci,
di sola energia,
illuminiamo intorno,
ma ci amiamo,
ovunque andiamo,
tu ed io, soli
nell’immensità della felicità.
Incontrarti
Incontrarti, e restare di te,
dei tuoi occhi,
incantato, due perle
di smeraldo, incastonati
in due mandorle, nel tu nobil visino,
ne fanno, del mio sguardo
luce improvvisa
su viso deposta.
Incontrarti,
viverti, intensamente
di te respirandoti
in un istante, prima di rivederti
nuovamente distante.
Incontrarti, le tue mani tra le mie,
è sentirmi in paradiso, della mia anima,
nella tua, e sentirla
in sicur riparo.
Incontrarti, ogni volta,
inseguir tempo, per rivederti,
e di te, portar con me,
l’affetto tuo, come morbido cuscino,
dove poggiar il mio
ricordo, per viver di te,
al successivo giorno.


Amandosi, si può

Intensi momenti,
parlano di noi,
felici o di liti,
per sempre
nostri restano.
Amandoci dal primo
istante,
Cresciuti insieme
siamo,
Amandoci,
Insieme
Invecchieremo,
nutrendoci,
del nostro amore
eterno.
Amandosi si può,
bruciare in un istante,
per il troppo amore,
anche la felicità.
Amandosi, si può
ancora credere,
che niente è perduto,
e chiedere scusa
per dirci sempre:
amore ti amo.


Poesie di tematiche sociali

Perché io
Dedicata a tutti i bambini, la cui vita è stata stravolta, senza aver potuto spiegargli un perchè!

Un raggio di sole, illuminava ogni giorno la mia vita,
poi uno schianto, sangue e tante grida,
una svolta al mio destino, d’improvviso.
Papà, mamma, le vostri voci non sento più.
Ricordo stretta la tua mano nella mia,
alla mattina, con zaino e merenda,
allegramente a scuola, io andavo.

Perché mamma, più ora non vado?
La domenica felici con la bici nel parco,
ci divertivamo insieme nell’erba rotolando,
altri bambini felici,
per mano mi prendevano,
allegramente cantando.
Perché mamma, non rispondi e sul tuo volto vedo il pianto?
La primavera, risveglia i sogni di tanti,
il sole li scalda pian piano,
mamma, ti prego,
non lasciarmi la mano.
Papa, mamma, perché dagli altri, io ora sono diverso?
Tu sei buono, amore mio,
l’angelo tuo custode,
la vita ti ha salvato.
Alla morte, ti ha strappato,
a mamma e papà,
ha ridonato.
E’ a te, che la felicità per sempre,
hanno rubato.


L’ Orizzonte che non c’è
(dedicata a tutti i bambini e adulti diversamente abili)

Sguardo infinito che mai toccherà,
della vita l’invisibile confine,
privato da sempre, di longeva felicità.
All’improvviso in un istante,
tutto è per me, divenuto distante,
adesso è pura realtà,
quel che la gente, dall’altro volge lo sguardo
con indifferenza o con pietà,
spesso per crudeltà.
Si nasce, ci si diventa, ci si muore,
difficile è crescerci, abituarsi, a non avere diritto
con la vita, a toccare l’orizzonte.
Dall’utero di tua madre, tu vedi la luce,
ma non l’orizzonte della tua vita.
E’ tua, ne devi fare tesoro,
lottare per essa, attento però,
che per tutti non è la stessa.
In carrozzella ti eri abituato,
da bambino ci dormivi beato.
Progetti di vita,
da te ideati e creati,
precocemente rubati,
uno dietro l’altro,
fino a raggiungere l’orizzonte,
che mai per te, ci sarà.
Il tempo fermatisi bruscamente,
ti ritrova ancora in carrozzina,
una realtà che rifiuti violentemente,
non poter correre, ballare, vivere
regolarmente.
Il tuo sguardo in alto volgi,
nonostante tutto, di me t’accorgi,
ti senti amato e di fede ricaricato,
solo oggi capisci,
la vita che ti ho donato.
La vita ha l’orizzonte che tu vedi,
ma non ha quel che tu vuoi vedere.
Io ti amo e ti donai la vita,
tu rendila preziosa, per me
nutrila con il mio amore,
traccia di essa il solco che vuoi,
e seguimi con la fede,
fino all’orizzonte che non c’è.
Non dimenticar mai.

Viaggi ignoti,
in luridi vagoni,
di bestiame umano,
di morte puzzolenti.
Mia madre, mio padre,
i miei fratelli,
bestiame umano?
Ma dico, siete impazziti?
Come vi permettete!
Sono esseri umani,
che Dio li protegga,
ma prima pregatelo
profondamente,
che distrarsi di nuovo,
non debba!
Sguardi di morte
coscienti,
“AIUTO”
gridano ancora,
in foto
dietro reticolati di morte,
sessant’anni oggi,
certi del loro martirio.
Ahimè,
la tristezza nel cuore,
grida sofferente:
vana è stata la loro morte,
perchè ancor oggi,
violenza, malvagità e menzogna,
nel mondo
la fanno da padroni.


Grazie.
D’amore si nasce, tra l’indifferenza si vive,
spesso si muore, in un cassonetto, abbandonato.
Disperato gridi e se sei fortunato,
vieni dalla vita ripescato.
D’amore per me però,
ancora non se ne parla.
Tra lenzuola bianche,
e bracce sconosciute,
faccio sentire la mia voce,
a chi, di me si prese cura,
portandomi in ospedale.
Dei mamma e papà,
mi scelsero tra tanti,
Grazie papà, grazie mamma,
ma la favola durò poco.
E giunse il giorno, che mi tolsero di torno,
ormai ero un figlio conteso, di separati egoisti
strumento di liti e ricatti, tra giudici e avvocati.
Grazie Dio, per avermi salvato.
Ritornai tra braccia estranee,
affidato a nuovi genitori,
ma la legge, decide,
che pace non posso avere,
per il mio bene.
Grazie Dio, per amarmi,
almeno tu.
L’affido prevede,
breve periodo, e nuovamente
lascio affetti, che già posso godere,
dopo mesi passati insieme,
per sopraggiunta crescita,
del mio essere.
Grazie Dio,
per avermi dato,
il primo amore
da gente meravigliosa,
che la legge però,
dice non possono tenermi,
più di tanto.
Due cuori, pieni d’amore,
seppur uguali, forse per questo,
mi vollero con forza,
e per reciproca attrazione,
ci ritrovammo tutti insieme
e creato una vera famiglia,
col giusto amore,
di cui Dio, aveva già deciso,
per me che io meritassi.
Io li chiamo papi e papino,
un mio amico, ai giochini,
mi rivelò, che li chiama,
mami mamà,
che importanza ha, come li chiami?
L’importante è aver trovato finalmente,
pace, amore serenità,
e tanta felicità.

Dedicato a tutti i bambini rifiutati, buttati addirittura nei contenitori dell’immondizia, e grazie all’adozione estera riconosciuta a coppie di fatto e anche d’identità sessuali stesse, hanno trovato il giusto amore e serenità.


T’aspetto qui.
Vai, mio cuore,
io t’aspetto qui,
con corpo e anima,
vai e porta l’amore,
in sperduti posti, di fitte foreste
e giungle di cattiverie e malvagità,
prima che vai, devo avvisarti, però,
che sanguinerai, per quel che vedrai,
ti lacererai a brandelli,
per quel che udirai,
e rischiare, potrai,
di non tornare più.
Non sarà amor,
per fanciulle, a rapirti,
ma lacrime d’innocenti,
su visi di bimbi e donne
maltrattate,
da guerre e violenze
martoriati,
che scorrono misti a sangue, in solchi
di dolore.
Vai, io t’aspetto qui,
tua sorella anima,
già ferita e disabile,
non riesco più a trascinarla altrove,
sei rimasto tu solo,
mio cuore, armato d’amore
ultima arma e
determinazione.
Vai, dove non è riuscita
la ragione, riuscirai
nel tuo intento,
portando conforto
e sostegno.
Vai, io t’aspetto qui,
tornerai vincente,
con un bimbo in braccio
sorridente,
e felice d’aver dato
speranza
a tanta brava gente,
e carezze di felicità,
che ancor vive,
nella giungla del mondo
tra erbacce di cattiverie e crudeltà.
Non l’estirpare,
la pianta della bontà.
per me, portarla,
dentro di te, già la tieni,
bensì, insegna a tutti i cuori,
come te, partiti con te,
a prendersi cura
e coltivarla.
Con essa il mondo,
si potrà ancora salvare.


Io vorrei, se potessi…
Vorrei riavvolgere il nastro della vita,
ad ognuno che soffre,
e se potessi,
restituire la vita a chi l’ha persa,
la vista a chi è nato cieco,
e chi l’ho è diventato,
accidentalmente.
Vorrei, se potessi,
restituire una coscienza
a chi l’ha persa, a chi la fede,
a chi l’amore,
se potessi vorrei
strappare l’anima al diavolo,
a chi l’ha venduta,
per una manciata di nulla.
Vorrei che Dio,
per una volta sola,
togliesse il libero arbitrio,
a chi non merita libertà d’azione,
usato con malvagità,
ignoranza e presunzione,
Vorrei, se potesse,
ascoltare le mie preghiere,
affinche’, la lacrima di ogni
bambino, nn sia di dolore,
ma di gioia, per ogni affetto
ricevuto, di sofferenze sparite,
per guerre terminate,
e non più dichiarate.
Vorrei, se potessi
riscrivere la storia,
riavere Cristo tra noi,
avendoci salvati dai nostri peccati,
tenendo pulita l’anima di tutti noi,
prevenendo immani olocausti,
senza la sua vita aver inutilmente
sacrificato, perché il demone,
che Lui credette di sconfiggere,
resistendo alle sue tentazioni,
con potere e denaro, con stolti
uomini, la sua rivincita, si è ripreso.
Vorrei, se potessi, convincerlo
adesso a parlare al cuore dei potenti,
con le preghiere di tutto il mondo,
che solo con amore, misericordia,
e umiltà, potranno con poco,
governare l’intera umanità.


Diversamente simile.
Teoria, da tutti
non condivisa,
da molti consentita.
Allo stadio, per le strade,
a scuola e in ufficio
indignati contestiamo
discriminazioni sui
nostri diversamente
simili.
Involontari eredi
di crimini commessi,
oggi come ieri,
agli occhi dei nostri padri,
osservare dobbiamo,
per leggervi dentro,
la vergogna di
un’intera umanità.
Dio c’insegnò l’amore
e fratellanza,
ma non capimmo
che tra i popoli,
intendeva
uguaglianza.
Dio creò l’arcobaleno,
per diversificare i colori
di madre natura.
L’uomo lo creò
di sua immagine e
somiglianza,
accomodandolo
per ogni circostanza.
Per ogni nazione,
dall’uomo venne amato,
mal col sangue e violenza,
con più nomi
viene inneggiato.
Orsù smettiamola,
siamo tutti figli suoi:
rossi, neri,
gialli o bianchi,
sani o storpi,
etero o gay
ebreo o musulmano,
prendiamoci per mano.
A te, che con più nomi,
tutti ti preghiamo,
assolvici O Signore,
dei nostri peccati,
che diversi e simili
tra loro siamo.


Lasciami amare
Lasciami amare,
come Dio mi ha insegnato,
lasci che t’ami,
e al mattino
chiamarti amore,
un bacio lasciarti
insieme ad una rosa,
ma non essere gelosa,
della stessa energia,
che ad altri do,
di mia iniziativa.
Lasci che ami,
bambini, donne e anziani,
ambiente, fiori e natura,
tutto il mondo di Dio
è creatura.
Lasciami amare,
con tutto me stesso,
ogni riflesso,
dell’universo,
gelosia, ipocrisia, ed egoismo,
sono l’opposto
della sincerità, ingenuità, genuinità,
che dell’animo ne fan splendore,
e non oscurità,
perchè sono luce ed energia
di tutta l’umanità.
Lasciami amare,
come io voglio,
esser vicino
a qualunque ne ha bisogno,
perchè è d’amore che si parla,
ed esso porta solo luce e calore.
Quando sei solo,
nell’oscurità della notte
vaghi senza dimora,
una luce in lontananza,
‘accende in te,
la speranza, di saperti
già nella tua casa.
Ognuno di noi,
è la luce per gli altri,
se nell’amore noi viviamo,
la speranza di una mano,
il calore di un affetto,
pensato disperso,
è quella energia
che ci guida
dall’universo.


Le tue mani.
Le tue dita, come petali di rosa,
profumate, sfiorano il mio viso,
le sento scivolar giù,
dalla fronte, da un lato e dall’altro,
m’accarezzano pian piano,
cercano, scrutano, leggono, percepiscono,
tutto di me, del mio volto.
Le tue mani,
come piume,
passano sopra ogni mia ruga,
le coccolano,
le amano, le stimano,
le fanno tue.
I miei occhi,
non hanno più segreti per te,
percepisci nel tuo buio infinito,
la luce che è in me e la fai tua,
le sento vibrare,
sopra le mie palpebre,
che chiudo al loro passaggio,
vedo sorridere la tua anima,
felice di percepire le mie emozioni.
Ti soffermi sul mio naso,
lo tocchi come una artista modella una statua,
con sopraffine delicatezza di un angelo,
ti vedo sorridere, e pensi alla mia bruttezza,
o buffonaggine della mia espressione,
nel vederti una solarità di sorriso, sulle tue labbra.
Le dita sfiorano un accenno di baffi
e barba incolti,
la smorfia di disappunto
che scruto nel tuo viso,
comprendo che mi preferisci rasato,
però, torni ad accarezzarli,
come a perdonarmi di non averlo ancora fatto.
Le mie labbra, socchiuse,
si lasciano baciare dalle tue dita,
che le accarezzano più volte, torni a sorridere,
soddisfatta d’avermi fatto una foto,
sull’intero volto e capire come sono,
o immaginarmi come preferisci che sia.
Le tue mani, ritornano su,
e ridiscendono giù per il volto,
più velocemente,
simili a due carezze, una per lato,
mi dai un bacio sulla guancia e mi ringrazi.
Il tuo grazie,
l’ho capito dopo,
non era per averti permesso,
di scrutare il mio viso,
bensì nel rispettare la tua diversità
e amarti per come sei.

Seppur bambina,
hai letto dentro di me,
ciò che il mondo intero,
ancora non fa:
rispettare le diversità di chi
è meno fortunato di te.


Donna mia

Da una costola, la più vicina al cuore,
Dio, prese di me, la più tenera,
la più femminile, dolce,
non per questo meno forte,
robusta e resistente,
la più calda, piena d’amore,
in quanto stretta
al cuore.

Amata creatura,
donna mia tu sei,
paziente mio angelo custode,
spugna mia, di conflitti interiori,
custode dei segreti più reconditi
di figli e mariti,
amanti e fratelli,
paziente, perdoni,
su di te, ogni gratuita
inaudita violenza,
seppur nulla hai fatto per meritarla,
invece d’amor e carezze,
sempre vittima,
perso hai continuamente
sangue tuo innocente,
con solo atto d’amore,
spesso rubato, a volte donato,
generasti l’umanità, e
gelosa tenesti
dentro te
l’intero suo,
amore,
che Dio t’affidò.
Quindi è vero, che in ogni uomo,
come da costola donata,
viveva già una donna,
ahimè di lui,
prese pure la parte peggiore,
crudeltà, malvagità,
prepotenza, arroganza,
e malizia,
Dio mi mise alla prova,
lasciò satana
tentarmi, da te
travestito,
ciò che Dio mi vietò
simbolo di potere,
denaro e lussuria,
tutto per una mela,
una generazione rovinai,
a te tutta la colpa
addossai,
e violenza fu,
unica dentro rimastami,
su di te,
d’allora
io riversai.


Amore marcio
Amor tuo, non è mai stato,
attenzioni, carezze coccole,
parole dolci, nessun significato
nella tua malata mente,
e cuore inesistente.
Pugni e non coccole
schiaffi e non carezze,
ricatti e non promesse,
bugie e non verità
questi eran i regali,
che al di, mi donavi
un amore marcio,
svelato hai,
da ruvida maschera,
tenuta come demone seducente,
in rapidi istanti,
come fiume in piena,
travolto hai, la mia giovinezza,
femminilità e dignità
di donna e madre
da sempre ingannata.
Neppur ai figli tuoi,
hai riservato amor paterno,
tradendo anch’essi,
rapendogli felici
momenti di vita
insieme.
Le mie lacrime, da occhi
spenti, tumefatti,
scorron giù per un viso
non più mio, segnato
da lividi, giovani e remoti.
Non son quelle le lacrime,
che devon farti redimere,
nel vedermi, ma quelle
di sangue,da cuore ucciso,
ed escon fuori
come rigagnoli ,
ormai asciutti disidratati,
da cancro d’amore marcio.
Non ti porto rancore,
amor mio, non sai,
che non sono
i dolori di fisiche ferite,
ad uccidermi pian piano,
bensì non ritrovar colui
che ho amato tanto,
e m’amato in modo marcio,
inconsapevole del suo male.
Le metastasi
di questo non amore,
hanno ucciso entrambi,
perché quando, t’accorgerai
sarà per tutti noi,
troppo tardi, e tu soffrirai
più di tutti noi,
ed io donna, costala del tuo corpo,
continuerò ad amarti,
nonostante tutto,
per la pena che mi farai.
Dio ti mostrerà,
la morte della nostra unione,
i nostri figli, covar
odio, a chi a loro madre,
ha tolto tutto,
inconsapevole follia,
nutrita, d’alcol, droga
e malaffare.
Un amor di donna,
è l’amor più potente
perdonar ti potrà,
ma tu non potrai
goderne, perché
quando accadrà,
non sarò
più accanto a te.


Poesie d’infanzia

Teneri ricordi
Un raggio di sole, su vellutata pelle,
rendea dorate le tue tenere braccia,
a due farfalle, facean da culla,
tanto era il tuo profumo di bambina,
da cui eran attratte,
Tra le tue rosee guance,
una fragolina a forma di labbra,
tra le mie braccia, stretto ti tenevo,
a me adagiata sorridente,
felicità di padre,
nutrivi costante.
Crescevi ed il tempo passava,
i tuoi capelli biondi come l’oro del grano,
liberi sulla tua spalla,
mossi dal vento,
splendean.
Cosi ti ricordo,
come t’amai,
dal primo istante della tua vita.
In braccio più non stai,
cresciuta velocemente sei,
troppo velocemente,
perché possa rincorrerti,
con la mia mente.
Pulcino mio, dove sei,
così sembrano udir ancora
le orecchie ed il cuore,
quando il gioco insieme,
ancora ci teneva,
ed intanto il tempo,
ci rapiva le ore più belle,
quelle della spensieratezza a te,
e della giovinezza a me.

Il tuo papà (dedicato alla mia primogenita)


Amor di nonno
Tenere dita strette,
da rugosi calli,
con affettuosa avidità.
L’odore del tempo,
racconta il suo passato,
accanto al profumo,
del suo futuro.
Essenze di vita,
come calamite,
attratte l’un l’altro.
La storia e il futuro,
fragranza di giovinezza,
odore di prossima fine.
Fino all’ultimo, non desiste,
gioca con lui.
Amor di nonno,
seppur dal tempo,
acciaccato.
è più forte
di tutto il mondo.
Tempo, più non ha,
per nutrirsi del suo sorriso,
un’eternità per amarlo,
come suo angelo custode.


Il sorriso di un bimbo.

Il sorriso è solare,
sul volto di chiunque,
è splendente,
e ti riempie,
di gioia,
quando lo vedi
sul volto di un bimbo.
Il suo sguardo,
i suoi occhi,
ti trasmettono,
le sue stesse emozioni:
felicità, contentezza,
e la semplicità
di quanto una carezza,
dimostrazione d’affetto,
forse mai ricevuto,
felice lo rendono,
d’incanto.
Il sorriso di un bimbo,
è un messaggio-
il sorriso di un bimbo,
è ciò che riaffiora in noi,
quel che eravamo,
quel che più non ricordiamo.
Il sorriso di un bimbo,
è indescrivibile,
per ognuno di noi,
spiegare cosa,
può rappresentare.
Il sorriso di un bimbo,
è certo l’amore che lo circonda,
e che presto lo dimenticherà.
La forza di un sorriso di tutti i bimbi
rappresenta l’amore di tutta l’umanità.
La cicogna dal fiocco blu.
In prima cuna,
calda e accogliente,
da natura offerta,
in sposa mia
crescevi.
Come un pulcino,
nell’uovo materno,
prendevi aspetto,
e nell‘eco facevi
il galletto bello.
Passano i mesi,
cresce la pancia,
oltre all’ansia,
più forte è
la curiosità,
di mamma e papà,
se sano e forte
tu sarai.
E venne il giorno lucente,
il tono del tuo vagito,
da maschio erede,
forte possente.
Da calde e premurose fonti
ti nutrivi e crescevi sereno,

Dai primi passi,
alla prima parola,
oggi in piazza,
già mi gridi:
forza papà
facciamo una gara.
La vita è come un treno,
che fa solo brevi fermate,
in stazioni della fanciullezza, adolescenza,
giovinezza, vecchiaia.
Giusto il tempo di rammaricarsi,
gridare qualcosa, che vedi
scorrere lontano il tuo presente.
I suoi ormoni, già in fermento,
creano in noi, forte tormento.
Non sono più io,
il suo compagno di giochi,
le coperte, non più,
dalla mamma rimboccate,
ormai di sera esce
con amici, o fidanzata,
per tornare a notte fonda.
in attesa del suo ritorno,
resto sveglio a far di ronda.


Una vita sui banchi.
Dall’asilo alle elementari,
come tutti,
hai iniziato da piccina.
Dalla prima alla quinta,
brillantemente
promossa con grinta,
Dalle medie al superiore,
distintamente hai valicato
con poca fatica e niente sudore.
Al liceo, hai subito mostrato
da professoressa, le tue doti,
maturandoti a pieni voti.
Dal primo all’ultimo esame,
il libretto di 30 e di lodi
ne fu subito pieno pieno.
Come iniziasti le elementari,
con grinta e determinazione,
ti sei presa finalmente
la tua soddisfazione,
di laurearti con 110 e la lode,
e meritarti:
infinite congratulazioni.
Dal suo papà alla sua primogenita, oggi stimata professoressa


Poesie erotiche

Vorrei amarti cosi

Donna, completa,
mela carnale , d’antico desiderio,
peccaminoso.
Ahi, amarti è un sublime viaggio,
con acqua e con stelle,
tra brusche tempeste,
di lenzuola, dai nostri sudori
intrecciati e inumiditi.
Amarti, sarà come un combattimento
d’intensi lampi delle nostre anime,
infuocate, i tuoni, gemiti gentili,
in nostre gole
d’ aria soffocata,
e due corpi
da un solo miele sconfitti.
Bacio dopo bacio,
ripercorro il tuo corpo,
come penitenza lussuriosa,
ritrovandomi nel tuo essere
donna e madre.
I tuoi margini,
i tuoi fiumi,
i tuoi deliziosi villaggi,
minuscoli, di vene e carne,
giù per le gambe,
ad accarezzar le caviglie
tue.
Corre, il peccaminoso
desiderio d’amarti cosi,
piccantemente mia,
corre per i sottili
cammini del sangue,
fino ad essere
e non essere,
che un sol lampo
di passione.
Primi pruriti
In candida veste,
di sole bionde trecce,
venisti a me, bagnata
da sola rugiada,
di un tiepido Maggio.
Le tue carezze,
come fiori che sbocciano,
mi sfiorarono solleticandomi,
prima la fronte,
poi giù il viso,
poi giù il, petto,
andando su e giù,
poi sentìì le tue calde labbra,
riscaldarmi le mie,
poi le guance,
e dispettosamente il collo,
donandomi un brivido di freddo sensuale.
Il tuo respiro sul mio,
i tuoi capezzoli giocare con i miei,
il tuo ventre sul mio,
le tue gambe tra le mie
la sorgente di vita,
ansiosa del frutto proibito.

Poesie sentimentali

Primavera dell’anima.
Lungo sguardo,
oltre colline, mio vi giunge,
oh che non siano, mai steppe gelate,
bensì prati fioriti, simil ai pensieri,
che a te, o mia amata,
porgo.
In angosce, essi pascolano,
come pecore smarrite,
e agnellini, per’amor
materno, belano
affamati e mal nutriti.
Verrà giorno, verrà momento,
che fresca rugiada,
ristagna su boccioli,
ed ali di farfalle,
dai raggi del sole
asciugati.
Ecco, quel sarà
felice momento,
che lacrime mie,
di tormentosi giorni,
da dolori in gioie,
avran mutamento
e il cuor mio,
finalmente avrà
d’amor godimento.


L’ho fatto per te.
L’ho fatto per te, quante volte
abbiamo detto a chi amiamo,
dell’errore però,
non ci accorgiamo,
come l’ho colpevolizziamo,
di qualcosa,
che mai ci ha chiesto.
Per te ho fatto follie,
perché ti amo,
per te amor mio,
tutto farei
pur d’averti
accanto a me.
L’amore non usa parole,
l’amore si riconosce
da piccole cose,
però impossibili a farle,
da chi non ama.
E chi ci ama,
ascolta il suo cuore,
l’unico che riesce
a vedere, quel che noi,
facciamo,
pur di farle capire,
che la nostra vita
è lei.
E’ importante dimostrarlo,
però,
le parole, quelle giuste,
riserviamole
per altro,
che non siano per
imbarazzo,
perché dette per caso,
rappresenteranno
solo un amore falso.


L’innamorarsi
Seduto in una panchina,
ammirai il nascere di un amore,
tra due creature, immerse nei loro pensieri,
lontani tra loro.
Ad un tratto, s’accorsero di essi,
entrambi, i loro sguardi s’incrociarono per caso,
e Cupido, desto angioletto,
appostato stava, veloce col suo dardo,
i lor cuori trafisse, e l’amore in essi
mise, e in un istante, scomparvero,
età, religione e sesso,
distanza e diffidenza.
Come due boccioli, s’aprirono
a luce di nuovo giorno,
teneri e forti,
e l’un l’altro
dentro i loro sguardi,
umidi d’emozioni,
come rugiada di nuovo mattino,
con carezze e baci,
si riscaldarono delle loro
dolci sensazioni.
In se, subito sentirono
quel vortice di farfalle,
che tutto toglie,
fame, sete, più
non avvertono,
perché ormai pieni
del loro amore sono.


Luna Piena
In vetta alla collina, immensa risplendi,
lucenti i tuoi raggi, mi parlano di te.
Nell’universo il mio sguardo
è disperso,
altro non ho voglia, se non d’amarti,
per una notte intera chiamarti.
Tu resti li, silenziosa,
dalla tua luce avvolta,
il vuoto intorno a me,
è pieno di te.
Le ore della notte scorrono veloci,
l’urlo del mio cuore,
al tuo profondo,
invano sono ascesi,
più forte ululato.
Il giorno nuovamente ti ha rapito,
sei scomparsa pian piano,
senza che io ti abbia amata.

Un destino da millenni,
appuntamento ci da sempre.
Tu ed io, il lupo e la luna,
tu piena del mio amore,
io della tua luce innamorato.


Parole.

Parole, come numeri
infinitamente spesso,
vaghe, incongruenti,
possessive,
importanti, pesanti
da cambiarti
o rovinarti la vita.
Parole, se ne dicono tante,
usate male, bene,
non usate per niente,
quando invece servivano.
Parole spogliate, vestite,
sexy, volgari, brutte,
tante insieme,
da divenire un fiume
di fango,
nella bocca d’alcuni,
uomini o donne.
Parole che descrivono sentimenti,
parole che uccidono sentimenti,
che ti feriscono,
che ti gioiscono,
parole buffe di bambini,
parole incomprensibili,
di chi non vuole farsi capire.
Parole d’amore,
parole d’odio,
parole di conforto
e di sconforto.
Millenni di storia
di parole,
su frasi storiche.
Commedie, canzoni, tragedie,
fatte di parole,
per narrare poi,
che cosa, se non fatti
che parlano da soli.
Io, adesso sono qui,
a buttar giù parole,
per parlare di parole,
Un vortice, che come un cane,
si morde la coda.


Penso
Penso….
ad un orizzonte infinito,
di tratti scomposti dalla mia mente,
d’essenze d’amore,
veleggiare, sulle onde della passione,
le vedo confuse,
spinte da desideri,
riaverle insieme,
impunemente.
Penso….
ai giorni dell’aurora,
palpiti fermi nel cuore,
ossigenati da puro amore,
vibrazioni e fremiti, messaggeri,
che mi parlano, di te, della tua anima,
delle tue parole,
oggi inesistenti in uno scorcio
d’improvviso tramonto.
Penso…
al buio della notte,
di un amore svanito,
d’incanto, spentosi
improvvisamente.
Penso….
a te che hai posto un panno,
sulla luce del nostro amore,
perchè troppo abbagliante,
troppo intensa per essere,
irrealmente un sogno vissuto.
Penso….
Alla notte segue il giorno,
e sarà nuovamente aurora,
un sogno che sarà realtà,
d’immaginaria favola
averti, accanto a me,
e non dividerci
mai.


Nel silenzio…

Odo, il gocciolar dei miei pensieri,
a volte tenebrosi, altri leggeri,
gioiosi o intriganti
li sento,
a volte cadere,
come gocce pesanti,
di un acquazzone estivo,
o come cristalli di neve,
poggiarsi soffici,
dentro il mio ego.
L’intrecciarsi
dei tuoi pensieri,
con miei,
strusciarsi insieme
come fusa
di gatti innamorati.
Leggere vibrazioni,
d’ali di farfalle,
ricordano la leggerezza
dell’ amore
che mai s’allontana
e mai si posa
e per questo
rimane
dentro di noi,
infinito.


Fantasia
D’innocente mano,
sent’ì stringer la
la mia,
portandomi lontano,
in mondi sconosciuti,
stretta a me, in mente mia
a cavallo di bianco destriero alato,
volle fuggir via.
Cuor e mente
complici insieme
li sentivo rider di me,
dell’improvviso viaggio,
meravigliarsi del mio stato.
Pazzo, di me
la mente ebbe
visione, il cuor capì
l’innocente evasione.
Un sorvolo da cupi nubi,
di pensieri, sofferenze,
rancori e risentimenti,
amori passati e presenti,
scorsero veloci in un tempo,
che tempo non era.
Errar per ignoti
ed immaginari lidi,
senza capir senso
d’immagini represse,
liberazioni ebbi
in improvvise gioie
sentir scomparir
pesi e tristezze
riabbracciar
sentimenti perduti
in posti ritrovati.


Poesia
Versi, righe,
parole d’emozioni,
dolori, rabbia,
espressioni d’allucinazioni,
di cuori depressi, repressi,
gioiosi, rabbiosi,
teneramente sensibili,
a temperie di vita
continuamente esposti.
Poesia,
strana definizione
da secoli imposta,
da culture menti,
a denuncia d’anima
d’amore,
e di patria ardore,
di morti eroiche,
da crimini mani,
o da terrificanti eventi
da natura, o
da Dio voluta.
Storie di sentimenti,
di uomini e bestie,
d’angeli e demoni,
d’infranti cuori,
d’abbandoni
e tradimenti,
pur sempre
elucubrazioni
da menti e cori,
sinceri, dementi e perversi,
d’umana storia
s’è scritta
in versi.
Vivere
Insane voglie,
percuotono le menti,
inquieti cuori,
bruciono d’amore,
pruriti adolescenziali
scalpitano in boccioli
umani,
quelli senili,
pian piano,
spariscono
in remoti ricordi.
Travolti.
d’impetuosi amori,
d’ardori pensieri,
peccaminosi
da vogliose
rosee carni,
e setate pelli,
sotto soffici lenzuola,
d’adorabili compagne.
Preziosi giorni,
intensamente vissuti,
tra rincorsi guadagni,
e sentimenti perduti,
tra ritmi veloci,
di salute non goduta,
disperatamente rimpianta,
per sempre.

E’ questo il vivere,
che tutti cercano,
ma del vivere sano,
nessuno ne parla,
tabù
perché sazio non dà,
il nutrimento di virtù,
e divino spirito.

Saziati pieni,
di materiali godimenti,
ahimè, affamati,
dentro,
nell’anima denutriti
d’ogni bene necessario,
ignari e dispersi,
ci ritroviamo
nell’oscurità,
all’improvviso.


Dimentica, ricorda…
Dimentica le amarezze,
pensieri avvolti
in nebbie rarefatte,
in antichi borghi,
di memorie andate,
quel che è stato
di un amore,
dal tempo,
ridotto a brandelli,
da furiosi venti,
ormai spazzato,
a nuovi orizzonti
rischiarato.
Preistorici resti,
d’immutate sensazioni,
come archeologo,
riporta alla luce,
inutilmente si vaga,
tra storia passata.
Ricorda si, quel che fu,
quel che si visse,
di vivaci momenti,
e non sono più,
nemmeno tramonti,
ma notti oscure.
Ricorda, che ancora
vive, in te,
la fiammella
di un amore
che mai si è spenta.
Ricorda, come si genera,
esci fuori, fa si che,
nuova brezza,annusa,
senti l’amore che torna,
fatti prendere, da lui
per mano e
lasciati andare,
a vivere nuovi giorni.
di nuove aurore.


Caldo d’inverno.
Criptio di legna,
brace rovente
di giorno,
o di sera,
mi scalda sovente,
la fisso li,
davanti a me,
che brucia, lucente.
Camino acceso,
divora le fiamme,
come orco affamato,
da un solo lato,
il mio viso,è illuminato,
l’altra metà, lo scalda
la tua mano, ne sento
la carezza, il tuo calore,
come caldo d’inverno,
dona al mio cuore
il giusto tepore,
di un amore
che mai muore.
Cuori invernali.
Gelati cuori, come laghi,
in inverno,
impietriti di un ghiaccio,
sciogliersi non si vedrà,
e striato di solchi,
lasciati, come pattini,
da morbosi patimi,
resteranno comunque
come su graffiati specchi,
dal tempo macchiati.
Inutile l’avvicendarsi,
di calde speranze,
d’amori impetuosi,
se prima l’inverno
non salirà
sul treno del tempo.


A Sissi
In piovosa sera,
vaghi, indifferente,
specchiando la tua ombra
in luminose pozzanghere,
lasci bagnare da esse,
senza riparo alcuno,
il tuo corpo, i tuoi vestiti,
perchè tu non sei
li in quel momento.
La tua mente,
il tuo cuore è rimasto li,
dove lei ti ha lasciato per sempre.
Non hai più lacrime, o non le vuoi uscire,
per non mischiarle con la lurida acqua.
Sono troppo sacre, per te, perchè appartengono a lei.
Dentro di te, sai che è l’unica cosa pulita
che ti resta di lei, per lei.
Lei è lì, il suo corpo è li,
ma non la senti più dentro di te,
è questo che ti strugge.
Non vederla più,
a questo non avevi mai pensato,
la tua fedele compagna,
per la prima volta ti ha tradito.
Stringi tra le mani, le sue cose,
come se questo, te la fa sentire
ancora accanto a te.
Un guaito, il suo muso tra le tue mani,
il suo sguardo che si spegneva,
fisso dentro di te, come a scusarsi,
di lasciarti per sempre,
i suoi peli tra le tue dita, ancora calde,
un amore cosi, lo ricorderai per sempre.


E tutto va’……
Tutto va’, velocemente,
s’insegue l’invisibile,
del nostro vivere incoerente,
nascita, infanzia, adolescenza,
maturità e vecchiaia,
tra gioie e dolori,
non ci fermiamo mai,
a contar, però
i nostri errori.
Tutto va’, a farsi benedire,
non pensiamo mai,
che prima o poi,
al destino,
dovremo alla fine
del nostro cammino,
ubbidire.
Tutto va’, dove, anche noi,
andremo, e niente
appresso, denaro e potere
ci porteremo,
ma se solo con amore,
rispetto e fede
se ben, avremo vissuto,
a chi abbiam fatto del bene,
a chi ci ha voluto bene,
e sinceramente
amato,
un segno indelebile,
nei cuori lasceremo,
e nella memoria
di tutti, vivi, ancora
saremo.


Mai dire mai
Non ti fermar mai,
a dolori, gioie, rabbia,
essi son solo effimere
apparenze e veli illusivi,
di mentali muri
e gabbie inesistenti,
che sol tu hai la chiave
che qualcun ben dal dirtelo
si guardò,
per tenerti prigioniero
di te stesso,
e la sua coscienza
da carceriere
pulita avere.
Mai dir mai, a vita nuova,
aprir potrai, e la tua mente,
il tuo cuor, son la chiave
della tua gabbia, che presto
t’accorgi, d’aver avuto sempre
possesso.
Mai dire mai, di poter goder
di te, della tua vita,
e un giorno, dir
buon giorno
libertà mia.

Mai dir mai, creder devi
ai sogni, che fatin
con magico cuor
suggeir può,
come incanto, dirti
come puoi risolver
i tuoi problemi,
al tuo cuor però,
s’affidò, di saggia natura
certa era, capir
una sola condizione.
Ciò non vuol dir,
dar per scontato,
ferir chi ti ha, al volo
ostacolato,
perché ti ha pur sempre
amato, e non fu reato,
peccar d’egoismo
d’amore,
tenerti a lei
imprigionato.
Mai dire mai, si dovrà
dir, vibrando liber
con mente e cuor,
rispettando chi amor
da una vita,
ti ha donato,
pur non capendo,
che amor è pure libertà
al talento ed espressione.


La depressione
In groppa ai miei pensieri,
con ali spiegate al vento,
come unicorni bianchi alati,
vedo scorrer sotto di me,
il mostro della depressione.
E’ una corsa contro il tempo,
lo spazio della distanza,
senza capir mai, quale sia
la vera meta,
tra l’età, la vita e la morte,
un inseguirsi veloce,
con ansie e angosce.
Volano veloci, sopra tutto,
in mezzo alla nebbia della vita,
tutto offuscato ho,
vista, mente,
precipitano in picchiata,
per poi rialzarsi, su in alto,
nuovamente
tra luci e successi, amori
energiche emozioni, subito
dalla depressione divorati.
Solo il cuore mi guida,
come un faro,
tra ostacoli e monti,
se anch’esso m’abbandona,
per me sarà
fine certa.
Disperso come in bosco di sera,
inseguito da questo demone,
invisibile, dal nulla spunta
inspiegabilmente mi punta,
come bestia feroce,
s’appiatta mimetizzato,
pronto a scattar,
per far di me un sol boccone,
ne sento il suo alito,
ma non fa odor ne rumore,
eppur lo sento.
Accarezza il mio cuor,
i suoi destrieri,
li scuote
come abile nocchiero,
e in guizzo veloce,
schizzan verso su,
e irradiato da luce,
riprende il comando,
sparisce il mostro
come d’incanto,
nelle sue tenebre lontane,
sento ritornar
in me, il sereno
dopo nubi tempestose,
e raggi di un sole
di positività irradiarmi.

Poesie dedicate alle donne

Amare una donna.
Amare una donna,
si può,
anche brutta,
purché bella,
dentro.
La si ama,
per la sua dolcezza,
intimamente
profondamente,
per il frutto del nostro amore.
la si ama,
fortemente,
per la sua sensualità,
femminilità,
anche se cambia,
per la sua maternità.
La si ama
perchè è donna.
perché è femmina
Perché è madre.
Donna, musa, sentimento.
Dove c’è una donna,
vive una musa,
la musa è ispiratrice,
l’amore ne è il colore,
l’uomo resta uomo,
autore di forte sentimento,
donato alla sua musa,
che della sua vita,
ne è l’unica donna.


Donna
Da ventre tuo,
si nasce,
per cuor tuo,
si combatte,
e si muore.

Prediletta,
gelosi
tutti i padri,
dell’amor tuo,
rassegnati,
in accompagnarti
sposa
d’acquisito figlio.

D’ogni gesto,
parola, azione, sentimento,
musa ispiratrice,
in ogni cuor
tu vivi
in perenne momento.

Moglie in pazienti
quotidianità,
passionale amante,
in focose notti,
tenera madre e saggia
educatrice,
spesso incompresa
e maltrattata,
d’inaudite violenze
vittima indifesa.

Nonostante tutto
immensamente donna,
ovunque donna,
tu sei,
nostra guida,
angelo custode.


Lacrima

Lacrima esser vorrei,

silenziosa scorrere

su guancia tua,

di donna ferita,

lavare, se potessi,

ferite che ho visto,

su anima tua,

mentre nascevo,

dal cuore tuo.

 

Lacrima esser vorrei,

scendere su volto tuo,

copiosa, fresca,

come sorgente

che da monte sgorga,

gioire con te,

per felicità

di madre,

unirmi a sorella

lacrima di

nuova vita,

sul tuo grembo

posta.

 

Lacrima si,

risoluta e forte,

chiara, limpida,

come amor tuo

che mi diede vita,

per sentimento

che puro fu,

e lentamente scesi

su guancia tua

per viver

di esso, ogni istante.

 

Lacrima esser vorrei,

su guance di tutti,

bimbi, vecchi e uomini,

per dirvi che vergogna

non vè, darmi vita,

dai vostri occhi,

se per amor, dolor o gioia.

 

Lacrima io non vorrei

mai che sia, io nascere,

per mano di malvagità,

negli occhi, per disprezzo,

rabbia, e dolore,

per morte invano,

causata.

 

Donna mia
Da una costola, la più vicina al cuore,
Dio, prese di me, la più tenera,
la più femminile, dolce,
non per questo meno forte,
robusta e resistente,
la più calda, piena d’amore,
in quanto stretta
al cuore.
Amata creatura,
donna mia tu sei,
paziente mio angelo custode,
spugna mia, di conflitti interiori,
custode dei segreti più reconditi
di figli e mariti,
amanti e fratelli,
paziente, perdoni,
su di te, ogni gratuita
inaudita violenza,
seppur nulla hai fatto per meritarla,
invece d’amor e carezze,
sempre vittima,
perso hai continuamente
sangue tuo innocente,
con solo atto d’amore,
spesso rubato, a volte donato,
generasti l’umanità, e
gelosa tenesti
dentro te
l’intero suo,
amore,
che Dio t’affidò.
Quindi è vero, che in ogni uomo,
come da costola donata,
viveva già una donna,
ahimè di lui,
prese pure la parte peggiore,
crudeltà, malvagità,
prepotenza, arroganza,
e malizia,
Dio mi mise alla prova,
lasciò satana
tentarmi, da te
travestito,
ciò che Dio mi vietò
simbolo di potere,
denaro e lussuria,
tutto per una mela,
una generazione rovinai,
a te tutta la colpa
addossai,
e violenza fu,
unica dentro rimastami,
su di te,
d’allora
io riversai.

Poesie dedicate alla natura
Naturali artisti
Soffi eterni, schizzi perpetui,
su immortale scultura,
dal maestro firmata.
Montagne scolpite dal vento,
scogli levigati dal mare,
pennellate dal tempo.
Di raffinata maestria,
dall’eterno estro, l’arte
c’insegnano.
Figurata, astratta,
di curata precisione,
la storia racconta.
Della natura, ne fecero musa,
l’invidiati mastri,
vento, acqua e tempo.


Il tempo
Oh tempo, infinito,
dei nostri amori,
perchè ti lusinghi,
comodamente,
con pene e tormenti?
E delle gioie e passioni,
perché ne sei testimone,
solo per brevi momenti?
Oh tempo, al tuo passaggio,
non v’é più cicatrice,
che non sia guarita,
qual di natura sia,
di cuore, fisica,
o dell’anima mia.
Spesso boia crudele,
veloce fuggi,
e in pochi istanti,
tieni la morte e la vita,
vicini e distanti.
Diversamente simile.
Teoria, da tutti
non condivisa,
da molti consentita.
Allo stadio, per le strade,
a scuola e in ufficio
indignati contestiamo
discriminazioni sui
nostri diversamente
simili.
Involontari eredi
di crimini commessi,
oggi come ieri,
agli occhi dei nostri padri,
osservare dobbiamo,
per leggervi dentro,
la vergogna di
un’intera umanità.
Dio c’insegnò l’amore
e fratellanza,
ma non capimmo
che tra i popoli,
intendeva
uguaglianza.
Dio creò l’arcobaleno,
per diversificare i colori
di madre natura.
L’uomo lo creò
di sua immagine e
somiglianza,
accomodandolo
per ogni circostanza.
Per ogni nazione,
dall’uomo venne amato,
mal col sangue e violenza,
con più nomi
viene inneggiato.
Orsù smettiamola,
siamo tutti figli suoi:
rossi, neri,
gialli o bianchi,
sani o storpi,
etero o gay
ebreo o musulmano,
prendiamoci per mano.
A te, che con più nomi,
tutti ti preghiamo,
assolvici O Signore,
dei nostri peccati,
che diversi e simili
tra loro siamo.


Cambio di stagione.

Dal letargo,
l’inverno si è destato,
ahimè forse non sà,
che il suo tempo
è già passato.
Presuntuoso e testardo,
retta a Marzo
non ha dato,
e con il mantello
ha tutto imbiancato.
Marzo, già un poco pazzo,
un pò si è vendicato,
e la Primavera fuori la porta,
ha lasciato.
Gelata e infreddolita
con le sue lacrime,
tutte le piantine
la Primavera ha gelato.
Per sua fortuna,
che il buon Aprile
porta Pasqua,
e la pace.
L’inverno, biricchino
in poco tempo,
si è stancato
di far il cattivello,
e lui stesso,
la porta ha aperto,
alla dama Primavera,
che ha portato fiori
e tempo bello.
L’estate tutta gialla
con il suo vestitino,
di sole e paglierino,
ansiosa attende,
il suo turno
nel camerino.
Con i prati
di tanti fiori colorati,
si è vestita e profumata,
la Primavera,
che beata
sulla scena ,
come una bimba,
si è addormentata.
Il signor tempo si è seccato,
l’estate ha subito chiamato:
calda, cocente e sensuale,
ed il grano ha fatto germogliare,
e tutti a mare,
ha fatto andare,
però anche tanti amori,
ha fatto sbocciare.
Anche se bella e passionale,
molto tempo a noi ,
non può dedicare,
la scena deve lasciare,
ad un autunno bevitore,
seppur lavoratore.
Tanta uva e castagne,
ogni anno porta insieme al vino,
e all’inverno che non da tempo,
si congeda, con un inchino,
al Natale e
a Gesù Bambino.


Mare
Oh,mare mio
ti osservo, ti ammiro, ti amo,
sprofondo lo sguardo sul tuo lungo confine,
che mai ha,
ingannevole fine.
Mare
Grande adulatore,
dell’infinito firmamento,
dalla luna al sole,
da tutte le sue stelle,
ti fai accarezzare, coccolare,
pavoneggiandoti con raggi dorati o argentei
riflessi, come se avessi indossato
l’abito da imperatore.
Mare
Collerico, impulsivo, depresso,
irascibile, criminale, violento,
un antico proverbio siciliano ti ha cosi descritto:
Nun avi l’ossa, ma rumpi l’ossa.
protagonista di drammatici eventi,
a cui non ti sei mai degnato resti
restituir
Mare
Custode d’immensi tesori,
fedele ed onesto guardiano,
a Dio solo, obbedisci
se restituire o no,
tracce del passato.
Mare
Palcoscenico di tremende battaglie,
inghiottito hai
milioni di spoglie, a madri
ma più restituite,
perché da mangiare alle tue creature,
cinicamente,
sono servite.

Mare
Se quella fu la tua vendetta,
per non esserti mai sentito,
dall’uomo rispettato,
oggi ne stai pagando con la vita,
di esso la sua incosciente ripicca,
avvelenandoti a morte,
inconsapevolmente sta condannando
se stesso, lasciando a te l’ultimo
grido di morte e vendetta.


Vita o morte.
In cuor blindato,
morte non vi trovi
dimora,
e amore regni
in virtude
eterna energia,
puro.
Seppur ferito,
da menzogna
trafitto,
d’amor crudele,
illuso si,
morir
per esso vorrebbe.
Cicatrice profonda,
sanguina sempre,
e mai guarì,
se il pensiero
per lei,
ci tormenta.
Allor si
che la morte
in core, farà
breccia.

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